Considerazioni finali sul brevetto
Il brevetto preso in studio tratta di un miglioramento che,
nel 1848, George R. Regminton dal Lower Sandusky (Ohio), ha apportato ad un macchinario,
in quel periodo storico, fondamentale per l’industria agricola: La trebbiatrice.
Il suo miglioramento consiste nell’ aggiunta di un ‘rigonfiamento’
(lett. Swell) all’interno della
trebbiatrice, che permette di dividere in due la corrente d’aria creata da una
ventola posta nella parte posteriore della macchina. Una corrente trascina le
scorie e l’altra i chicchi di grano puliti, questo permette di fare in un solo
procedimento quello che prima veniva fatto in due diverse fasi; è evidente come
questo dimezzò i tempi del processo e raddoppiò la produzione del grano.
Da sempre un macchinario, di qualsiasi tipologia o utilizzo,
è basato su un’azione in precedenza compiuta da un uomo e anche nel nostro caso
la trebbiatrice svolge in poco tempo un lavoro che prima richiedeva pazienza, tempo
e tanta manodopera.
Infatti, prima, l’operazione di pulizia del grano era un vero
e proprio ‘rituale’; si sceglievano le ore più tarde di una giornata ventosa, questa
veniva aspettata a volte anche per giorni. Le masse di spighe venivano disposte
tramite attrezzi rigorosamente di legno, per evitare di spezzare o frantumare il
grano, in modo da formare un lungo cordone trasversale rispetto alla direzione
del vento spirante. I contadini, disposti opportunamente lungo il cordone,
lanciavano in aria piccole quantità di prodotto proporzionali all’intensità del
vento che soffiava; la paglia veniva spinta più lontana rispetto ai chicchi che,
essendo più pesanti, ricadevano sulla propria massa. Infine, con dei grandi
setacci veniva raffinata la pulizia dei chicchi.
Ma com’è cambiata la vita agricola dopo l’invenzione di
questi macchinari? Alla fine dell’ottocento l’Europa è un continente
prevalentemente rurale: la maggior parte della popolazione vive in campagna e
lavora la terra. La modernizzazione dell’agricoltura non è sicuramente lineare
e indolore. Cresce, infatti, la produzione e la produttività ma non scompaiono
dalle campagne né la fame né la miseria che alimentano l’emigrazione verso le città
e al di là dell’oceano. La meccanizzazione inoltre, più in generale le nuove
tecnologie, accresce il divario tra i sistemi agricoli sviluppati e quelli
tradizionali. Dopo la Seconda guerra mondiale, la diffusione massificata della
meccanizzazione e dei prodotti chimici ha prodotto crisi idrica,
desertificazione, diminuzione delle specie nonché disoccupazione.
In conclusione, sebbene l’invenzione di queste macchine ha
portato a delle conseguenze negative per la popolazione, dall’altra parte, se
vogliamo analizzare prettamente la miglioria di Regminton, questa ha
sicuramente velocizzato la produzione di grano e soprattutto il procedimento di
pulizia che spesso richiedeva dei giorni per quello che oggi può essere fatto
in pochi minuti.
Ieri |
Oggi |
Commenti
Posta un commento